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Bio

Ho avuto l’imprinting dei fossi

Sono nato in un paese dell’Appennino, da ragazzino passavo gran parte del mio tempo in esplorazione e quel mondo attorno a casa mia sembrava ancora completamente naturale e selvaggio.

Sicuramente questi primi anni hanno segnato profondamente il mio rapporto con il mondo e indirizzato il mio futuro professionale, avevo necessità di mantenere e approfondire maggiormente il mio contatto con la natura e questo si è incontrato in modo armonico con un’altra mia esigenza e passione, il disegno.

Con l’approdo alla Scuola del Libro di Urbino, la mia passione si è cominciata a orientare in modo chiaro.

Il corso di litografia e incisione che ho frequentato mi ha consentito di appropriarmi in modo più completo del disegno analitico; le tecniche del puntinato e del tratteggio mi sono servite successivamente quando ho realizzato centinaia di illustrazioni di scienze naturali.

Frequentare una scuola prestigiosa e inserita in un contesto storico artistico come quello di Urbino, all’interno del palazzo ducale, è stata una esperienza intensa, artisticamente “immersiva”, e in questo senso simile alle esplorazioni in natura dell’infanzia.

Dopo la maturità, mentre lavoravo e raffinavo le tecniche del disegno, cresceva in me l’esigenza conoscitiva della natura.

Mi ero iscritto alla facoltà di biologia di Urbino, dove da studente collaboravo con l’Istituto di Ricerche sulla Flora Spontanea e con quello di Zoologia.

Cominciai in quel periodo a svolgere anche l’attività di guida naturalistica, accompagnavo gruppi di persone in escursione e, attraverso vere e proprie immersioni emozionali nelle foreste e nelle aree meglio conservate dell’Appennino, cercavo di trasmettere agli altri il fascino dei nostri meravigliosi ambienti naturali.

Oggi, oltre alla pittura e all’illustrazione, mi dedico alla progettazione di libri divulgativi per ragazzi, curandone progetto, testi e immagini. È in questa formula di autore completo che trova migliore soddisfazione la mia esigenza comunicativa. La fonte della mia ispirazione, il mio maggior stimolo, rimane la natura, gli ambienti naturali vissuti soprattutto in solitaria, e mai in solitudine, rappresentano un momento magico e ricco di energie nuove.

Dipinti

I soggetti dei miei dipinti si ispirano alla natura.
Nelle mie tavole cerco di recuperare le emozioni di momenti vissuti negli ambienti naturali e anche se per la costruzione e realizzazione mi documento in modo scrupoloso lo scopo principale è quello di dare spazio agli stati d’animo.

Utilizzo tecniche tradizionali per lo più, dipingo ad olio, acquerello e acrilico, di solito su tavola o tela.
A differenza dell’illustrazione il dipinto mi lascia più libero, la costruzione è spesso immediata, anche se il lavoro a volte cresce lentamente e cambia, e i grandi formati mi consentono, pur mantenendo un approccio piuttosto analitico, di giocare con il pennello e il colore con una certa libertà.

L’illustrazione naturalistica e storica

È stata da sempre un riferimento artistico e professionale e il libro illustrato un mezzo e uno spazio da conoscere e conquistare.
Ho subito il fascino della carta stampata e le illustrazioni ricche hanno rappresentato per me fin da ragazzino un mondo fantastico da esplorare o in cui perdersi.
Sia che si trattasse di fiabe, di testi scientifici, storici o divulgativi, la complessità delle scene unita al loro realismo rappresentativo mi sembravano porte spalancate verso e la conoscenza e in qualche modo verso la partecipazione.
Inoltre, ho sempre considerato il disegno e la pittura applicate alla divulgazione un modo onesto di partecipare allo straordinario mondo dell’arte figurativa.
Tutto ciò ha probabilmente contribuito a orientarmi verso gli studi artistici, fino ad approdare alla professione d’illustratore.

Le tecniche

Molteplici sono le tecniche che utilizzo per affrontare i vari progetti editoriali cambiano in base alle esigenze, amo l’acquerello soprattutto, e mi piace sperimentare le carte, ma uso acrilici e matite, tempere, pastelli chine e ogni altro strumento che mi consenta di realizzare l’immagine nel modo più efficace.

L’approdo al mezzo elettronico è stato inevitabile e spesso lo unisco alle tecniche tradizionali.

Dopo le iniziali resistenze riconosco però che la pittura digitale consente oggi di sperimentare soluzioni affascinanti e per gli attuali ritmi e forme di consegna del lavoro è diventata un riferimento importantissimo se non indispensabile. 

Su di me

Ferruccio Cucchiarini è un ricercatore attento e, nello stesso tempo, un contemplatore della natura in tutte le sue manifestazioni. L’analisi certosina dei suoi soggetti non compromette l’atmosfera di ciò che rappresenta, le sue opere non perdono mai quel senso di indicibile e di meraviglioso che è proprio della natura. Le illustrazioni, anche le più dichiaratamente didattiche, non sono solo il frutto di una descrizione analitica, ma un senso autentico di stupore le pervade. Le sue tavole portano lo spettatore in questa dimensione poetica e anche scientifica, ricreata con grande abilità. L’uso di varie tecniche è dovuto alle diverse esigenze della committenza, ma quando lavora per sé stesso Cucchiarini preferisce l’acquerello, l’acrilico e la pittura a olio con cui realizza i suoi scorci popolati da animali selvatici, ritratti nei loro ambienti naturali. Di fronte a queste immagini minuziosamente realizzate si ha la sensazione di trovarsi al cospetto di soggetti sacri, tanto e solenne e preziosa la cura di ogni minimo particolare.
Mauro Mazziero
direttore artistico del Mugellini festival


Ho sempre ammirato l’opera grafica naturalistica di Ferruccio Cucchiarini, ottimo amico e talvolta compagno di escursioni nei boschi di Apecchio e delle foreste dell’Alpe della Luna e in questa occasione del “rinnovo” del profilo Facebook mi piace mettere in evidenza la sua maestria di grande appassionato e studioso del nostro mondo naturale ricordandolo attraverso alcune foto di sue splendide produzioni.

Per un naturalista come me che ha passato anni tra studi, ricerche, viaggi, pubblicazioni, libri di divulgazione scientifica che soprattutto ha avuto una lunga esperienza editoriale, dagli anni ’80 fino ad oltre il 2000, come curatore della collana di “Field guides” “Scienze Naturali” della Franco Muzzio Editore i disegni, le illustrazioni, le tavole, le copertine, le riproduzioni del mondo naturale di Ferruccio Cucchiarini sono una sorta di “balsamo dell’occhio” per la sua davvero rara capacità di rendere ambienti, piante e animali con una finissima tecnica naturalistica che esplora più strumenti di espressione, dal bianco e nero all’olio.

Il disegno naturalistico non è affatto facile, anzi, e più di una volta nella mia esperienza da curatore che guidava nostri disegnatori alla realizzazione di una nuova guida (in disegno, non in foto) ho dovuto mettere da parte anche disegnatori eccellenti ma che non riuscivano a cogliere la minuzia e il dettaglio del tratto necessarie a caratterizzare la dovizia delle nostre specie di animali e piante.

Il disegno naturalistico eccellente è quasi iperrealistico e ciò non per seguire una moda artistica ma perché, specialmente gli organismi di piccole dimensioni ma dalle forme estremamente diversificate e variegate (gli Insetti, i Crostacei, le piante nei fiori e nella struttura del portamento…) debbono essere resi nei particolari delle loro forme anatomiche “perfette” sia nel disegno che nelle proporzioni mantenendo anche atteggiamenti e posture “naturali” che indicano la conoscenza diretta del soggetto e non la copiatura di una pur bella, ma bidimensionale, fotografia. Si pensi alla insuperata maestria dei grandi disegnatori, anche in bianco e nero, di insetti, farfalle, uccelli, pesci ecc. del secolo che va dall’Ottocento alle prime decadi del Novecento, altri tempi certo, ma nell’illustrazione moderna di Ferruccio si ritrovano la stessa maestria e amore per il mondo naturale.

Un accenno anche alle sue tavole dei cacciatori-raccoglitori del nostro ambiente pre-neolitico, beh, interessandomi anch’io da tempo del comportamento e degli stili di vita, alimentazione compresa dei nostri predecessori, con una narrazione che si svolge proprio tra la Gola del Furlo e le praterie e le faggete dei Monti Catria e Nerone (in “Tra l’Uro e la Bardana”), beh, vedere le sue splendide tavole come questa che accludo in foto di un cacciatore che lancia quello splendido attrezzo semisconosciuto che è l’Atlatl (un lanciatore che allunga la gittata di una lancia…) mi ha fatto rimpiangere di non averlo potuto avere ad illustrare parti del mio libro!

Un minimo di auto-presentazione a testimonianza di questo mio estemporaneo intervento sull’opera naturalistica di Ferruccio Cucchiarini.

Massimo Pandolfi, laureato in Scienze Naturali, ricercatore e docente presso le Università di Bologna, Urbino e del Kent in un ampio spettro di discipline delle Scienze Naturali in cui si è laureato: botanica, geologia, zoologia, etologia e biologia della conservazione della natura. Si interessa anche di storia dell’alimentazione dal pre-neolitico alle cucine tradizionali delle nostre terre. Autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, articoli e libri di divulgazione scientifica oltre che di viaggi e culture con excursus narrativi nell’area della fantascienza e della letteratura fantastica.

Massimo Pandolfi (aka Massimo N. Urbino)